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Le evidenze parlano chiaro: gli asintomatici possono trasmettere il virus anche per un periodo maggiore di 14 giorni e hanno una carica virale simile a quella dei sintomatici. A rimarcarlo – confermando che gli asintomatici trasmettono il virus e sono almeno il 40-45% delle persone infette – è la Fondazione Gimbe, che prosegue il proprio monitoraggio sulla pandemia,  commentando in un comunicato le  “spiazzanti dichiarazioni dell’Oms, in parte rettificate, sul rischio di contagio da persone asintomatiche”.

«Ancora una volta – afferma il Presidente Nino Cartabellotta – è l’ipse dixit a condizionare l’informazione pubblica sul coronavirus. Questa volta non da parte di opinion leader nazionali, ma di una rappresentante della massima autorità sanitaria internazionale. E in questa fase molto delicata della pandemia, sarebbe opportuno conoscere i risultati della ricerca già disponibili, prima di lanciarsi in dichiarazioni tanto ardite quanto pericolose, rischiando di condizionare le politiche sanitarie dell’intero pianeta».

A questo provvede la nota Gimbe che riassume le conclusioni della revisione pubblicata il 3 giugno negli  Annals of Internal Medicine, che sintetizza le migliori evidenze disponibili sull'infezione asintomatica da SARS-CoV-2. Dall’analisi dei dati di 16 coorti, tra cui quella italiana di Vo’- spiega Gimbe - emergono le seguenti conclusioni:

  • · circa il 40-45% delle persone infette da SARS-CoV-2 risultano senza sintomi, suggerendo un elevato potenziale del virus di diffondersi nella popolazione in maniera silenziosa ed estesa. Considerato che nelle varie coorti non è sempre possibile distinguere gli asintomatici dai pre-sintomatici, i ricercatori riportano in maniera conservativa che gli infetti che non sviluppano alcun sintomo sono almeno il 30%;
  • · i soggetti asintomatici possono trasmettere il virus per un periodo prolungato, verosimilmente anche maggiore di 14 giorni.

Diversi studi, tra cui uno condotto in Lombardia - sottolinea il comunicato -   dimostrano che soggetti asintomatici e sintomatici hanno una carica virale simile che non coincide con la trasmissibilità del virus, ancora non adeguatamente studiata. L'assenza di sintomi non equivale ad assenza di lesioni: infatti, nelle 2 coorti  che hanno sottoposto alla TAC i soggetti inclusi (Diamond Princess, Corea del Sud), sono state rilevate negli asintomatici anomalie polmonari subcliniche di incerto significato che richiedono ulteriori studi.

«Le evidenze ad oggi disponibili­ - conclude Cartabellotta - dimostrano che la prevalenza dei soggetti asintomatici è un fattore rilevante nella diffusione del contagio da Sars-Cov-2. Di conseguenza in questa fase della pandemia le misure di sanità pubblica devono essere orientate sia a identificare, tracciare e isolare i soggetti asintomatici, sia a fare rispettare il distanziamento sociale e utilizzare la mascherina quando non è possibile mantenere la distanza di sicurezza».