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L'anno in corso è l'ultimo durante il quale i farmaci antivirali contro per l’epatite C conserveranno l’etichetta di farmaci ‘innovativi’ e saranno quindi a completo carico di un fondo speciale: dal 2020 le cure per l'eradicazione della patologia  saranno a carico del fondo ordinario della spesa farmaceutica e finitranno col creare problemi di sostenibilità nei budget regionali dedicati, anche se finora sono stati trattati 167 mila italiani, appena un terzo del totale.

A lanciare l'allarme, con l'invito a non abbassare la guardia e a proseguire nell’opera di eradicazione dell’HCV, avviando al trattamento il maggior numero possibile di soggetti entro la scadenza , sono gli esperti del consiglio direttivo della Società Italiana di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva (Sige).

Secondo il rapporto sulle epatiti della Organizzazione mondiale della sanità (Oms) pubblicato nel 2017 (Global Hepatitis Report 2017), ben 325 milioni di persone nel mondo sono affette da epatite cronica B (Hbv) o C (Hcv). La maggior parte di loro non ha accesso ai test diagnostici e alle terapie ed è quindi a rischio di una lenta progressione della malattia epatica che può portare a cirrosi, cancro del fegato e morte. 

Allo stato attuale, pertanto, l’epatite virale è non solo una patologia clinicamente rilevante, ma un importante problema di salute pubblica, che richiede una risposta urgente a tutto campo. La predisposizione di misure e programmi di prevenzione e la disponibilità di terapie altamente efficaci hanno reso l’eliminazione a livello globale un obiettivo realistico. E’ comunque fondamentale tenere ben presente che il progetto di eliminazione richiede un salto concettuale, spostando l’attenzione dalla cura del singolo paziente ad un approccio di sanità pubblica, che ha come obiettivo l’interruzione della trasmissione dell’infezione. Il vaccino per l’epatite B ed i farmaci per l’epatite B e C sono una realtà, ed è necessario fare in modo che possano raggiungere ed aiutare tutti coloro che ne hanno bisogno.

L’obiettivo, molto ambizioso, dell’Oms è quello di raggiungere entro il 2030 una riduzione globale della mortalità correlata alle epatiti del 65 per cento ed una riduzione del 90 per cento di nuove infezioni. Il rapporto dell’Oms, prendendo come riferimento l’anno 2015, rileva tuttavia che solo il 9 per cento di tutte le infezioni da epatite B ed il 20 per cento di tutte le infezioni da epatite C sono state diagnosticate. Nel 2016 è stata istituita dall’Oms la Global Health Sector Strategy (Ghss) per le epatiti B e C, con lo scopo di identificare e sviluppare le strategie per l’eliminazione delle epatiti virali nel mondo.

L'’Italia - sottolineano gli esperti Sige - mostra di aver già adottato gran parte delle raccomandazioni dell’Oms e può quindi essere considerata tra i Paesi che potranno raggiungere l’obiettivo prefissato. E’ importante quindi evitare di abbassare la guardia su tale argomento e continuare nella strategia di eliminazione con grande impegno, anche nei prossimi anni.