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Innovazione, accesso ai farmaci, disuguaglianze, asimmetrie. I miracoli della ricerca farmaceutica che negli ultimi anni e ancor più in quelli a venire regaleranno alla Medicina molecole che fanno la differenza aprono più che mai la sfida alla ricerca di una soluzione globale sul fronte della sostenibilità e dell'accesso alle cure. Perché se è vero che già oggi una enorme fetta di malati del mondo - in particolare dei Paesi in Via di Sviluppo -  non può permettersi di beneficiare di un ampio ventaglio di terapie  destinate alle patologie croniche e vero pure che sta emergendo a grandi passi una nuovissima e inedita fetta di povertà trasversale anche nei Paesi del mondo avanzato, come quelli europei, che forse stanno già perdendo la sfida sull'epatatite C, il cancro, sulla mancanza di antibiotici.

Ad accendere ancora una volta i riflettori sulla sfida dell'accesso all'innovazione è stata Medici Senza Frontiere nel corso di un dibattito organizzato nell'ultima giornata dei lavori delladell'Economia di Trento, dedicato quest'anno alla Salute diseguale

A inaugurare il confronto Judit Rius Sanjuan che ha utilizzoto come termine di confronto l'esperienza di Medici Senza Frontiere nell'affrontare l'emergenza AIDS nel 1988, quando solo chi aveva un alto reddito potesse procurarsi i costosi trattamenti anti-HIV: "Era disumano che tanta gente dovesse morire perché non poteva permettersi le cure - ha spiegato. - così MSF si concentrò sul come poter ridurre il prezzo dei prodotti il cui costo elevato non era legato a fattori legati alla produzione ma era sostenuto dalla mancata concorrenza. Allora l’azione di Medici Senza Frontiere portò alla riduzione del 90% del costo dei farmaci contro l’HIV e oggi secondo l’Onu  17 milioni le persone  trattate con i farmaci contro l’HIV, grazie alla concorrenza".

"La nostra attività - ha proseguito - si concentra nelle aree più neglette del mondo. Cerchiamo di prevenire la tubercolosi, la realtà dalle volte è impossibile, non ci sono vaccini, medicine, serve un sistema di innovazione ma quello attuale non lo incentiva. Oggi, finalmente, molte organizzazioni si stanno rendendo conto che il sistema attuale non risponde alle necessità dei poveri ma anche degli Europei, si pensi ad esempio sull'epatite C, sul cancro, sulla mancanza di antibiotici: serve una risposta globale. Come Medici Senza Frontiere lavoriamo per una innovazione accessibile".

Un obiettivo che trova in piena sintonia le aziende produttrici di farmaci generici-equivalenti: . Michel Uda, direttore generale AssoGenerici, ha parlato di come nella produzione di un farmaco ci sia un processo virtuoso, che parte dalla ricerca e arriva allo sviluppo: “Come AssoGenerici, siamo impegnati in un programma di incentivi condiviso della tutela delle scoperte, convinti che la ricerca e lo sviluppo vadano tutelati in maniera trasparente, ma ci sono anche delle forti contraddizioni che vanno studiate e risolte - ha affermato infatti Michele Uda, direttore  generale di Assogenerici. -  La nostra industria apporta competizione, ma deve essere sostenibile. Qui va trovato l’equilibrio per avere una concorrenza sana".

Le dinamiche dell’industria farmaceutica sono state anche al centro dell'interventio del rappresentante dell'Antitrust, Luca Arnaudo, convinto della necessità di differenziare tra gestione delle emergenze tramite la concorrenza e l'azione preventiva da gestire tramite gli interventi regolatori. "Negli ultimi anni l'assetto del settore farmaceutico è profondamente mutato - ha sottolineato Arnaudo. - Oggi in moltissimi casi a trovare la gallina dalle uova d'oro sono piccole o piccolissime società con costi di ricerca non necessariamente insostenibili. Quello che costa sul serio è lo sviluppo, ovvero l'investimento necessario per riuscire a portare il prodotto ritenuto interessante sul mercato. L'obiettivo dunque - ha concluso - è quello di rendere anche la ricerca sempre più sostenibile per prevenire una situazione patologica caratterizzata da prezzi sempre più elevati e accesso ai farmaci sempre più ristretto".