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Primo incontro del nuovo tavolo della filera distributiva farmaceutica dopo la mancata proroga alla legge 135/2012 in materia di remunerazione. A darne notizia un comunicato congiunto Federfarma, Assofarm, Federfarma Servizi, ADF che accende i riflettori sul tema cruciale della categoria: il progressivo depauperamento della farmacia italiana dettato da una  remunerazione  legata al prezzo medio del farmaco SSN che negli anni è diminuito vertiginosamente, soprattutto per la crescente diffusione della distribuzione diretta da parte delle ASL dei farmaci più costosi che nel 2017 si è attestata  a circa 9,3 miliardi di euro, a fronte di una progressiva riduzione della spesa territoriale.

"Di fronte a dati così netti - si legge nel comunicato -  il Tavolo ritiene che una riforma della remunerazione sia imprescindibile e debba, tra gli altri aspetti, anche sviluppare processi che riportino nella farmacia territoriale tutti i farmaci, ad esclusione di quelli che per motivi sanitari devono essere distribuiti nei presidi pubblici". Una prospettiva questa che " potrà certamente portare benefici logistici e terapeutici ai cittadini e al contempo dovrà essere sostenibile sia per la filiera che per la sanità pubblica".

Tema che le sigle presenti intenderebbero far approdare al Tavolo della Governance istituto dal Governo - ritenuto il "contesto ideale per gestire le interrelazioni tra farmacia e gli altri protagonisti della sanità italiana" - anche con la partecipazione di FOFI.

Invito prontamente accolto dal presidente Andrea Mandelli, che condivide la scelta di "soluzioni  condivise da presentare al decisore politico e sanitario, così come è stato fatto in occasione delle riforme della Tariffa e della Farmacopea”. "Siamo convinti che la remunerazione delle farmacie di comunità dovrà basarsi anche sulle prestazioni e sui servizi cognitivi resi dal professionista: è quanto accade in Gran Bretagna e sta accadendo ora in Francia - ha commentato - . Questo comporta non soltanto un’evoluzione della nostra professione ma anche un diverso rapporto con le altre professioni della salute. La stessa evoluzione che è necessaria anche per il ritorno dei farmaci innovativi nella distribuzione territoriale”.