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Una norma di legge che impedisca alle Regioni di dirottare le risorse liberate dai farmaci equivalenti e biosimilari verso capitoli di spesa diversi dalla farmaceutica; la totale esclusione delle quote versate di tasca propria dal cittadino dall’ammontare di spesa soggetta al tetto programmato; la compensazione tra i tetti per consentire l’uso cumulativo delle risorse disponibili; il riordino del copayment per fasce di reddito; l’inserimento della spesa farmaceutica nel sistema dei DRG. Queste le proposte avanzate da Enrique Häusermann, presidente Assogenerici, intervenuto stamattina, a Firenze, alla sessione inaugurale del Forum della Leopolda, dedicata alla Governance del sistema Sanitario tra Stato e Regioni.

“La creazione di due Fondi ad hoc – uno per i farmaci innovativi e uno per gli oncologici – fuori dal tetto per la farmaceutica diretta non risolve del tutto i problemi di sotto finanziamento della spesa farmaceutica diretta - ha spiegato Häusermann. - Solo nei prossimi 18 mesi con l’arrivo dei farmaci equivalenti di diverse molecole in scadenza potranno essere liberate ulteriori risorse per quasi 700 milioni di euro: è indispensabile che ogni euro risparmiato con generici e biosimilari sia destinato  al Fondo per i farmaci innovativi, con una norma di legge vincolante  che impedisca alle  Regioni di dirottare queste risorse verso altri capitoli di spesa. Questo contribuirebbe ad aggredire una parte del problema relativo al finanziamento del Fondo per gli innovativi - non solo nel breve periodo - e alleggerirebbe anche l’eventuale ripiano a carico delle aziende che hanno avuto accesso a tale fondo”.

Per quanto riguarda invece il tema del finanziamento pubblico, il presidente Assogenerici ha rinnovato la richiesta di una maggiore trasparenza sui conti di settore: “La Spending Review 2, del 2012, ha già previsto l’esclusione dal tetto dei differenziali di prezzo versati per l’acquisto di prodotti con prezzi superiori a quelli di rimborso, ma non è accaduto altrettanto con i ticket in quota fissa - ha denunciato. - Si tratta di circa 500 milioni di euro l’anno impropriamente fatti passare per spesa pubblica: è una forzatura che non ha alcuna logica economica. Così come sarebbe irragionevole continuare a non prevedere un meccanismo di compensazione tra i tetti che consenta l’uso cumulativo delle risorse disponibili per questo capitolo di spesa nel suo complesso”.

Sotto la lente, infine, l’insidioso capitolo degli sprechi e delle inefficienze: “Quando parliamo di disinvestimento e riallocazione - ha raccomandato Häusermann - dobbiamo sempre aver presente il quadro tracciato in quei ultimi anni dai mille studi sulla povertà sanitaria: ogni anno  un  italiano su dieci rinuncia ad acquistare i farmaci o interrompe le terapie per ragioni economiche, ovvero per l’onere eccessivo della spesa out of pocket. Per questo credo sia necessario un ripensamento complessivo dei meccanismi di rimborsabilità che consenta di concentrare risorse sulle fasce di popolazione più deboli, individuando un sistema equo di copayment per fasce di reddito come alternativa a qualsiasi ipotesi di delisting dal Prontuario di farmaci di ampio utilizzo e a basso costo, che non farebbe che accentuare il fenomeno della mancata cura.  Così come in prospettiva la corretta gestione delle risorse non potrà non prevedere l’inserimento della spesa farmaceutica ospedaliera nei DRG, unica strategia capace di consentire la corretta valutazione del fabbisogno e degli output delle cure garantite ai cittadini”.

“Anche in quest’ottica - ha concluso - è necessario riaprire subito il tavolo della governancedal quale dovrebbero  scaturire regole condivise tra tutti stakeholders che garantiscano gli interessi di tutte le parti in gioco, a partire da quelli dei cittadini”.